Antimicotici, un comparto in crescita

Analizziamo un comparto che nei prossimi mesi richiederà una particolare attenzione, per l’aumento stagionale delle infezioni micotiche o fungine. Sono farmaci che registrano un buon fatturato (161,7 milioni di euro), insieme a incrementi significativi, sia in quantità (+3%), sia a valori (+5,6%). Ecco le differenze tra topici e sistemici, e le caratteristiche dei consumatori

L’arrivo della primavera e del bel tempo invita a riconsiderare con attenzione il mercato degli antimicotici, i farmaci di prima scelta nel trattamento delle infezioni micotiche o fungine, che peraltro stanno registrando nell’ultimo anno mobile (febbraio 2024-gennaio 2025) un buon andamento nelle vendite in farmacia. In base ai dati di Pharma Data Factory (Pdf), che elabora i consumi di sell-out a livello pressoché censuario (95% del totale), si sono vendute circa 9,2 milioni di confezioni, per un valore di 161,7 milioni di euro, con incrementi significativi rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente: +3% a volumi e +5,6% a valori, prezzo al pubblico (tabella 1). Vale la pena allora considerare con più attenzione questi prodotti, per analizzarne caratteristiche e potenzialità.

Innanzitutto, il mercato degli antimicotici si suddivide in due classi: la D01A – Antimicotici, dermatologici, i farmaci che colpiscono la membrana cellulare, e la J02A – Agenti sistemici per le infezioni fungine, quelli che agiscono andando a inibire la sintesi della parete cellulare del fungo, rendendola instabile e, quindi, vulnerabile all’azione del farmaco. Questi ultimi sono quelli che registrano, nel periodo considerato rispetto al precedente, il miglior incremento (+6,1%, con un fatturato di 64,51 milioni di euro), ma la parte più rilevante delle vendite viene registrata dai dermatologici, che vantano un incremento inferiore (+5,3%), ma ottengono il maggior fatturato (97,23 milioni di euro).

Tipologia d’acquisto e genere

Altre distinzioni riguardano, poi, la tipologia d’acquisto e il genere dei consumatori. Gli antimicotici topici vengono tutti acquistati a livello privato, con un solo 0,2% a carico del Ssn, mentre i sistemici passano almeno per un 15,6% dal Servizio sanitario, pur uscendo per l’84,4% out-of-pocket, cioè dalle tasche del cittadino. Per quanto, invece, riguarda il genere, le due diverse classi registrano pazienti alquanto omogenei, con una prevalenza da parte delle donne: 55,7% per gli antimicotici topici e 57,7% per quelli sistemici.

E ancora vediamo come questa classe farmacologica si distingue tra farmaci branded e generici (nome molecola più nome azienda). Una distinzione pressoché assente per gli antimicotici topici, dato che i prodotti appartengono per il 96,6% ai farmaci di marca, per i quali si registra un incremento del +5,6%, mentre i generici coprono appena un 3,4% del mercato, peraltro in flessione del -2,4%. Diversa, invece, la situazione per gli antimicotici sistemici, che propongono in maggioranza farmaci branded per il 67,1%, in crescita del +7,9%, ma offrono al paziente anche prodotti equivalenti per un 32,9%, quest’ultimi in crescita del +2,3%.

Analizziamo anche una distinzione più interessante per chi al banco deve proporre questa tipologia di medicinali, cioè le fasce d’età dei consumatori. In generale, coloro che acquistano maggiormente farmaci per il trattamento delle infezioni sia micotiche, sia fungine sono gli appartenenti alla classe adulta, per il 28,2% nella fascia 50-64 anni e per il 21,3% nella fascia 35-49 anni. Seguono, poi, i giovani anziani con il 16,3% (fascia 65-74 anni) e gli anziani con il 12,2% (fascia 75-84 anni). Si tratta, quindi, di patologie che colpiscono soprattutto pazienti adulti ed è proprio tra gli anziani che si registrano i più alti incrementi nell’anno mobile a gennaio 2025: +18,5% tra i grandi vecchi (over85) e +13,3% nella fascia 75-84 anni. Per certi versi stupisce il rilevante aumento registrato in età pediatrica (+10,3%), ma bisogna considerare che qui gli acquisti sono assai limitati (1,6% del totale).

Una suddivisione poi per fascia d’età, che permetta di focalizzare gli antimicotici topici e a distinguerli da quelli sistemici viene ben precisata nella tabella n. 4, che declina i dati sopra proposti, precisando, però, le differenze tra le due diverse classi farmacologiche.

Il farmacista può così verificare il loro diverso utilizzo, in modo da elaborare indicazioni utili sia per un corretto consiglio sanitario, sia per un adeguato riordino del prodotto.

Le differenze regionali

Ma arriviamo all’ultima analisi, quella relativa ai consumi per regione, che permette al lettore di considerare la situazione della propria farmacia rispetto all’area di appartenenza. La Lombardia occupa il primo posto, con 24,74 milioni di euro, seguita a pari merito dal Lazio e dalla Campania (entrambe con 16,62 milioni di euro). Per quanto riguarda, invece, la classifica degli incrementi registrati nell’ultimi due anni al primo posto si colloca la Campania (+8,1%), seguita dal Trentino-Alto Adige (+6,5%) e dalla Sicilia (6,2%). Anche questo dato offre utili indicazioni su come si distribuiscono sul territorio le infezioni micotiche e fungine e, di conseguenza, come si ramifica il mercato degli antimicotici in Italia.

(di Lorenzo Verlato, Panorama Cosmetico N.2/2025, ©riproduzione riservata)

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