70 milioni le persone colpite da questa malattia, 30 milioni delle quali negli Stati Uniti d’America, ma al secondo posto ci siamo noi. Proprio così, 4 milioni di italiani soffrono di disturbi dell’alimentazione e della nutrizione (dato del ministero della Salute), un numero assolutamente allarmante e sul quale bisogna riflettere, cercando soluzioni concrete per arginare il problema, che ha costi altissimi per la salute pubblica e un impatto sulla qualità della vita importante, per chi ne soffre.
La comunità di esperti si interroga: esiste una soluzione per invertire il trend e salvaguardare la salute di grandi e piccini presenti in tutto il globo? La risposta è sì e, secondo medici e nutrizionisti, è la prevenzione: attività mirate ed efficaci di natura sociale come, per esempio, la fondazione di organizzazioni o realtà a stretto contatto con il territorio oppure una più ampia e diffusa cultura sui disturbi alimentari, che faccia informazione corretta senza pregiudizi e stereotipi del tutto inutili, sono le strade da percorrere.
Più benefici se a prendersene cura è un team multidisciplinare
Gli specialisti coinvolti sono numerosi perché è assodato che le persone che soffrono di disturbi alimentari traggono maggiori benefici, nei loro percorsi di cura, quando trattati da team multidisciplinari che coinvolgono diversi esperti: psicologi, pedagogisti, nutrizionisti e pediatri, diabetologi e personal trainer, ma anche esperti di altre aree, come insegnanti di yoga, meditazione, arteterapia, perché tante sono le discipline che favoriscono una maggior conoscenza e consapevolezza delle proprie emozioni e della propria corporeità.
Anche il farmacista, esperto di salute così facilmente raggiungibile dalla popolazione, può svolgere un ruolo importante, ascoltando con empatia chi riferisca di soffrire di disturbi alimentari, accogliendolo e dandogli indicazioni preziose per iniziare o perseverare nel suo percorso di cura: la comunicazione empatica e l’ascolto sono fondamentali nella prevenzione dei disturbi alimentari, perché aiutano a creare un ambiente di supporto e comprensione, riducono il rischio di isolamento e di sfiducia e favoriscono la determinazione nel voler risolvere il proprio problema.