Il rapporto tra cute e sistema nervoso è oggi molto importante, grazie agli studi della scienza dermocosmetica, come la neurocosmesi, in continua evoluzione. Quest’ultima, non si occupa soltanto degli effetti fisiologici che avvengono a livello cutaneo quando si applica un cosmetico sulla cute, ma prende in considerazione anche i possibili eventi che possono essere stimolati dal punto di vista neuro-immuno-endocrino.
Infatti, nella giunzione dermo-epidermica si trovano terminazioni nervose che modulano numerose funzioni, come la vasodilatazione, la secrezione sebacea e sudorale, la melanogenesi, la comunicazione emozionale. Tali funzioni vengono mediate da peptidi che innescano dei processi biochimici con il fine di connettere le attività psico-nervose endocrine e immunologiche, denominate con l’acronimo Pnei.
La neurocosmesi punta a sviluppare il benessere psicologico attraverso l’uso di prodotti dalle formulazioni specifiche, i neurocosmetici, che pur non essendo farmaci, sono in grado di agire più profondamente attraverso la cute e le sue terminazioni nervose.
L’uso dei neurocosmetici attiva, infatti, una stimolazione sensoriale in grado di incentivare la produzione di ormoni come la dopamina e la serotonina, che scatenano buonumore e sensazioni gradevoli. Tale stimolazione avviene attraverso l’olfatto e il contatto cutaneo: l’olfatto è molto importante, perché, oltre ad associare alcuni odori a concetti positivi e rilassanti, collega i prodotti applicati sulla superficie della pelle con una delle parti più primitive del cervello, l’ippocampo.
Il contatto tra cute e neurocosmetici può così trasmettere sensazioni specifiche, come caldo e freddo oppure sensazioni stimolanti. Le sostanze che agiscono sul sistema nervoso sono numerose: per esempio l’acido ialuronico, le vitamine, gli estratti vegetali, i peptidi biomimetici, gli oli essenziali, le fragranze aromatiche.
(di Alessandra Cantù e Corinna Rigoni, Panorama Cosmetico N.5/2024, ©riproduzione riservata)