Alcune attività lavorative sono maggiormente esposte a particolari tipologie di dermatiti: operatori sanitari, parrucchieri, musicisti, addetti alle pulizie o alle cucine. E anche chi lavora all’aria aperta deve proteggersi da specifiche “malattie professionali”
Nei Paesi sviluppati, con un impatto negativo sulla qualità di vita dei lavoratori e sulla capacità di svolgere le proprie attività quotidiane. Il rischio di esposizione cutanea interessa molte categorie di lavoratori, come operatori sanitari, parrucchieri, panettieri, addetti alle pulizie e alle cucine. L’onere economico è molto elevato: comprende costi diretti, come cure e indennità, e indiretti, dovuti a congedi per malattia e mancanza di produttività. Per prevenire la dermatite professionale da contatto viene generalmente raccomandato un programma preventivo che comprende la protezione della pelle durante il lavoro e la pulizia, nonché la cura, dopo il lavoro.
Nei casi di insorgenza di dermatite da contatto è fondamentale la prevenzione secondaria, ovvero trattamenti terapeutici da parte dei dermatologi e corsi di tipo educazionale-sanitario. Per i casi di dermatosi professionali in cui queste misure non hanno successo, sono state sviluppate misure riabilitative interdisciplinari (prevenzione individuale terziaria). A tale scopo è stato implementato un approccio di intervento in più fasi, che mira a offrire un rapido aiuto a tutti i livelli di gravità della dermatite da contatto professionale. Infatti, da alcuni anni è stata organizzata una rete europea di dermatologia preventiva (European initiative for the prevention of occupational skin diseases) con l’intento di sensibilizzare i lavoratori e i datori di lavoro circa le malattie cutanee riguardanti potenzialmente tutti i settori industriali e commerciali, che purtroppo obbligano in ultima analisi molti lavoratori a cambiare lavoro.
Le professioni più colpite
Gli operatori sanitari possono essere considerati una categoria con maggior rischio di sviluppare la dermatite da contatto a causa del lavaggio ripetitivo delle mani con saponi e disinfettanti e dell’uso prolungato di guanti di lattice, nitrile e simili, per molte ore durante il giorno. Le incidenze maggiori sono rilevate in ambito odontoiatrico, in particolare tra odontotecnici e infermieri. Inoltre sono state registrate, su tutte le professioni in generale, incidenze maggiori nelle donne (parrucchiere, cuoche, macellaie ed estetiste).
Tra i professionisti che operano nell’ambito della cosmetica occorre segnalare estetiste, parrucchiere e barbieri, che presentano dermatiti da contatto nel 53% dei casi, mentre nel 60% le reazioni cutanee sono indotte da sostanze irritanti.
La dermatite da contatto compare in fase acuta con eritema e vescicole, e spesso può coinvolgere non soltanto le mani, ma anche altre aree corporee, come il contorno occhi. Se esaminiamo, per esempio, la professione del parrucchiere, la causa è da imputarsi alla parafenilendiamina, alla paratoluendiammina, agli aminofenoli (contenuti nelle tinture) con possibile cross reazione ai tioglicolati (contenuti nei prodotti da permanenti), persolfati (nei prodotti schiarenti) hennè o fragranze, conservanti, surfactanti (in shampoo, balsami, fissativi). Altre allergie possono essere causate dai guanti, specialmente in lattice o da altri additivi come, per esempio, i tiourami. Non da escludere sensibilizzazione al nichel contenuto, per esempio, nelle forbici oppure nelle impugnature delle spazzole o dei phon. In questa categoria di operatori è possibile riscontrare forme miste di dermatite irritative e allergiche, con possibile presenza di onicopatie.
Anche i musicisti strumentisti -soprattutto i professionisti- rappresentano una categoria a rischio, poiché hanno un contatto fisico intenso e prolungato con i propri strumenti e ciò può portare a malattie professionali della pelle, in particolare dermatiti irritative e allergiche da contatto. Oltre a ciò, essi rappresentano un gruppo predisposto a contrarre una varietà di condizioni cutanee legate al lavoro e allo stress, come iperidrosi, lichen ruber planus, psoriasi, eczema e orticaria. Infatti è noto che, in particolare i solisti strumentisti, siano esposti a enorme stress psicologico e i fattori emotivi possono scatenare in modo significativo disturbi cutanei comuni idiopatici o verso i quali siano inclini geneticamente.
Esistono numerose osservazioni di casi di dermatite allergica da contatto alla colofonia non modificata, specialmente in suonatori di archi, come violinisti e violoncellisti. La polvere di colofonia può causare dermatiti delle dita e delle mani, nonché del viso e del collo. Il nichel può causare dermatiti delle dita e delle mani, nonché della regione labiale e del collo, per esempio nei suonatori di archi (violinisti, violoncellisti, chitarristi) e strumentisti a fiato e ottoni, come flautisti e trombettisti. Il rilascio di nichel dai dispositivi metallici è favorito da attriti, calore o fattori galvanici e questo può accadere anche durante l’esposizione a vari fluidi corporei tra cui sudore e saliva. Di conseguenza, l’irritazione meccanica cronica e la macerazione possono non solamente causare dermatiti irritative, ma anche favorire l’eczema allergico da contatto.
Negli strumenti musicali spesso è, poi, presente una varietà di legni esotici che possono determinare dermatiti allergiche da contatto. Il palissandro dell’India orientale e del Brasile viene utilizzato per la fabbricazione di strumenti ad arco e ad ancia, come violini, viole, chitarre, flauti dolci e flauti. L’ebano Makassar e i legni di ebano sono utilizzati per la realizzazione di tastiere per violino e chitarra. Il legno di Cocobolo e il blackwood africano vengono impiegati per produrre flauti dolci, oboe e altri strumenti ad ancia. Sono stati segnalati, inoltre, diversi casi clinici di allergie da contatto con la canna da zucchero e con la cera di propoli in musicisti e liutai.
Tra le altre dermatiti vi è il “collo del violinista”, condizione che colpisce frequentemente i violinisti e i violisti, caratterizzata da un’area di lichenificazione e iperpigmentazione sul lato del collo sotto l’angolo della mandibola. Possono, però, manifestarsi anche eritema, desquamazione, papule e pustole, e formarsi cisti e cicatrici. Gli strumentisti di fiati e ottoni sono inclini a sviluppare, invece, il “mento del flautista”, ovvero una dermatite irritativa da contatto sulle labbra e sul mento. Inoltre nei musicisti strumentisti si possono sviluppare sovrainfezioni cutanee sulla cute irritata e traumatizzata oppure in seguito al trasferimento di agenti patogeni attraverso gli strumenti da un musicista a un altro.
E quando si lavora all’aperto?
In seguito all’attività lavorativa all’aperto possono svilupparsi alcune patologie cutanee dovute alle radiazioni solari e all’inquinamento. I raggi ultravioletti sono ritenuti dei cancerogeni certi per l’uomo, poiché possono essere causa di melanomi e di tumori cutanei non melanocitici, i carcinomi spinocellulari e basocellulari, diagnosticati più frequentemente rispetto ai melanomi. Il rischio di sviluppare i tumori cutanei può dipendere anche dalla sommatoria di fattori costituzionali (fototipo chiaro, con difficoltà ad abbronzarsi e facilità a scottarsi), genetici e immunologici, nonché dai fattori climatici, dalla presenza di particolari superfici riflettenti, dalle posture, dall’abbigliamento utilizzato, senza dimenticare le esposizioni solari extraprofessionali.
Il rischio da radiazione Uv solare non è ancora sufficientemente riconosciuto o viene sottovalutato dai lavoratori all’aperto e dai rispettivi datori di lavoro. È perciò necessario e fondamentale effettuare campagne sanitarie di informazione e formazione atte a sensibilizzare la popolazione interessata sui rischi e sulle misure di fotoprotezione, ambientali e individuali, che possono prevenire tali danni. Il farmacista in quest’ambito può fare molto, informando i suoi pazienti-clienti che praticano attività professionali all’aria aperta.
Le lesioni precancerose principali e più frequenti sono rappresentate dalle cheratosi attiniche o cheratosi solari, di comune riscontro sulla pelle cronicamente danneggiata dal sole, in particolare su viso, cuoio capelluto, braccia e gambe. Sono caratterizzate dalla proliferazione di cheratinociti epidermici atipici e si presentano tipicamente come chiazze eritematose e desquamanti. Le cheratosi attiniche in genere si presentano su una cute già precedentemente danneggiata da secchezza, discromie, rughe profonde, rugosità, teleangectasie, colorito giallastro.
(Panorama Cosmetico N. 4/2023, ©riproduzione riservata)