Il sole, elemento imprescindibile della nostra vita, non deve essere considerato un nemico per la pelle. Al contrario, offre numerosi benefici fisici e psichici, come la sintesi della vitamina D, fondamentale per la mineralizzazione ossea e le difese immunitarie, nonché per la produzione di endorfine. I raggi ultravioletti svolgono, poi, un ruolo antinfiammatorio e fungono da immunosoppressori, riducendo l’attività a carico dei globuli bianchi. Tuttavia, un’esposizione solare non corretta può causare problemi legati alla salute. Pertanto, è essenziale prendere il sole con giudizio.
L’esposizione solare è alla mercè delle mode, dunque negli anni ha subito numerosi cambiamenti. Nel corso dell’ultimo secolo, infatti, il modo di esporsi al sole è mutato molte volte. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, le persone andavano al mare perché erano noti i benefici connessi alla prevenzione del rachitismo. Successivamente è arrivato il boom dell’abbronzatura e da lì, a causa anche di informazioni errate, abbiamo smesso di prendere il sole nel modo corretto. Si trascurano soprattutto le precauzioni, e ne consegue un aumento dei problemi legati a una cattiva esposizione solare.
Uvb e uva sotto la lente
La parte dei raggi Uvb che non viene bloccata nella fascia di ozono, nella troposfera e nelle nuvole, quando raggiunge il nostro corpo non riesce a penetrare oltre lo strato superficiale della pelle chiamato epidermide. Tuttavia, a causa della loro elevata energia, i raggi Uvb sono aggressivi e stimolano il processo di abbronzatura, che non è altro che un fenomeno di ossidazione che viene compensato dalle nostre risorse interne, come gli antiossidanti (vitamina C, vitamina E, catalasi, superossidodismutasi, carotenoidi, glutatione) e gli enzimi che riparano le proteine e i lipidi delle cellule.
Quando una cellula è troppo danneggiata per essere riparata, subisce una morte programmata. La capacità di una cellula di adattarsi a stress esterni e riparare i danni dipende da un complesso equilibrio tra fattori esterni e interni, specifico per ogni individuo, come la predisposizione genetica, il tipo di melanina prodotta e l’efficienza dei meccanismi antiossidanti interni. Quando il sistema di riparazione fallisce, la cellula accumula mutazioni genetiche che favoriscono la sua crescita incontrollata e la successiva trasformazione in una cellula neoplastica.
I raggi Uva, invece, vengono trattenuti soltanto in minima parte dall’atmosfera e dalle nuvole. Rispetto agli Uvb, sono in grado di penetrare più in profondità senza causare ustioni e non contribuiscono significativamente all’abbronzatura. Tuttavia, a causa della loro capacità di raggiungere il derma, accelerano il processo di invecchiamento cutaneo. Per questo è importante comprendere i concetti di fotoprotezione, Spf e raggi Uv.
Effetti differenti sulla pelle
Gli Uva conferiscono una leggera colorazione, di breve durata, a causa dell’ossidazione della melanina già presente nella pelle esposta al sole. Se l’esposizione al sole continua, i raggi Uvb stimolano la proliferazione dei melanosomi, che sono responsabili della produzione di melanina, provocando una colorazione progressiva che porta a un’abbronzatura effettiva.
Mentre l’intensità degli Uvb è influenzata da vari fattori, come la stagione, l’ora del giorno, altitudine e latitudine, l’intensità degli Uva che raggiungono la superficie terrestre rimane costante durante tutto l’anno. Pertanto, le creme protettive dovrebbero essere applicate non solamente in estate, ma in ogni occasione in cui ci si espone alla luce solare.
Le reazioni della cute nei confronti delle radiazioni solari dipendono, poi, dal fototipo, che rappresenta la capacità genetica di ogni individuo di esporsi al sole senza subire danni e dal numero di fototraumi subiti fin dall’infanzia. Il fototipo si distingue in sei gruppi (dal fototipo I al VI) in base al colore degli occhi, dei capelli e alla capacità della pelle di abbronzarsi o scottarsi.
Per poter beneficiare degli effetti positivi del sole e limitare quelli dannosi, è fondamentale adottare comportamenti appropriati per evitare o ridurre al minimo i danni causati dai raggi Uv. I fotoprotettori, insieme ad altre semplici regole, rappresentano un valido aiuto per proteggere la nostra pelle. La scelta di una crema solare dipende dal rischio associato al fototipo, all’intensità e al tipo di esposizione, nonché all’area da proteggere. Una forma di protezione solare esterna è offerta dai vestiti, ma attenzione al tipo di tessuto e al colore: gli abiti scuri offrono una protezione dai raggi Uv doppia rispetto agli abiti chiari, che sono, però, più efficaci nella protezione dagli infrarossi (questo spiega perché si sente meno calore indossando abiti chiari). Gli abiti bagnati, invece, diventano facilmente permeabili ai raggi Uv.