Diabete&Fumo di sigaretta: crescono i rischi per la salute

Se fumare fa male a chi è sano, fa ancora più danni a chi ha una patologia cronica come il diabete. Recenti studi hanno, infatti, quantificato in un rischio maggiore di sviluppare il diabete di tipo2 (tra il 37 e il 44%) per chi è fumatore.

«È assolutamente prioritario intercettare i fumatori e aiutarli a smettere per limitare il rischio che sviluppino una sindrome metabolica, resistenza all’insulina e diabete conclamato» ha dichiarato in commento Angelo Avogaro, Presidente della Società italiana di diabetologia. «Sforzo ancora più impellente per le persone con diabete che continuano a fumare e che, a causa della dipendenza da sigarette, rischiano di veder peggiorare la propria condizione con un aumento delle complicanze».

Secondo le più recenti ricerche, infatti, il fumo aumenta del 58% la mortalità evitabile per tutte le cause nelle persone con diabete di tipo 1 (64%) e di tipo 2 (39%). Una ricerca pubblicata su Nature qualche anno fa aveva aggiunto un’informazione essenziale: la nicotina attiva i neuroni nicotinici nel cervello, i quali regolano anche il rilascio di glucagone e insulina da parte del pancreas, determinando il rilascio di più alti livelli di glucosio nel sangue.

Al Congresso della European diabetes Association sono stati presentati i risultati di una ricerca condotta al Karolinska Institutet in Svezia, che evidenziano non soltanto che il fumo aumenta il rischio del 73% di sviluppare il diabete, ma che i fumatori presentano un profilo metabolico particolare, una sorta di “firma” che funziona in sinergia con i fattori di rischio genetici. In parole semplici, i soggetti con profilo metabolico e rischio genetico di resistenza all’insulina avrebbero un rischio di diabete di oltre 2 volte maggiore.

Per questo i diabetologi ci tengono alla diffusione di informazioni qualificate, che mettano in guardia dal rischio:

  1. il fumo aumenta il rischio di sviluppare sindrome metabolica, insulino-resistenza e diabete in più del 40% dei casi, con un rischio direttamente proporzionale al numero di sigarette e agli anni in cui sì è fumato;
  2. il fumo favorisce l’accumulo di grasso addominale viscerale, tipicamente correlato a una minore tolleranza al glucosio e a una ridotta sensibilità all’insulina;
  3. la nicotina esercita un’azione antiestrogenica che favorisce il deposito del grasso attorno all’addome;
  4. il monossido di carbonio generato dalla combustione delle sigarette danneggia le pareti interne dei vasi sanguigni e provoca stress ossidativo e infiammazione cronica di basso grado;
  5. la nicotina riduce la capacità delle cellule beta del pancreas di secernere insulina e la capacità dell’insulina di abbassare i livelli di glucosio
  6. nei fumatori i livelli di emoglobina glicata sono aumentati e crescono all’aumentare del numero di sigarette fumate;
  7. la nicotina ha effetti negativi sul sistema cardiovascolare e aumenta il rischio di eventi acuti e letali nelle persone con diabete. Smettere di fumare è, dunque, un importante strumento di riduzione del rischio delle complicanze cardiovascolari associate alla malattia diabetica;
  8. anche nelle persone in terapia il fumo diminuisce il controllo della malattia e l’assorbimento dell’insulina, che risulta più lento nel sito di iniezione.

Infine, gli effetti del fumo di sigarette sul diabete si possono calcolare con una formula: basta moltiplicare il numero di sigarette fumate al giorno per il numero di anni da cui si fuma e dividere per 20. Tanto per fare un esempio, chi fuma 40 sigarette al giorno da 35 anni avrà un rischio del 70% di sviluppare diabete, mentre chi fuma 10 sigarette al giorno da 25 anni avrà un rischio del 12,5%.

Se vuoi smettere di fumare ma non sai come riuscirci o hai giià provato senza ottenere risultati, puoi parlare di questa esigenza con il tuo farmacista: saprà aiutarti a studiare una strategia efficace per liberarti dalla sigaretta.

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