Il makeup dermatologico

Il makeup dermatologico non è solo estetico, ma anche curativo, grazie a formulazioni innovative e tecnologiche che sempre più trattano e rispettano la pelle

La cosmesi decorativa è un’arte espressa dalla donna e dall’uomo fin dall’antichità. Tale pratica riveste un significato profondo che va dal desiderio di rendersi più belli e di avere un aspetto migliore, sino a includere il significato di seduzione. Nota come strategia di comunicazione, la cosmesi decorativa trova le sue radici tra i Sumeri, che valorizzarono occhi e sopracciglia, e tra gli Assiri, di cui ricordiamo la regina Semiramide, che era a detta dallo storico latino Valerio Massimo “…così bella da sedare una rivolta col solo apparire seminuda e coi capelli sciolti sulle spalle”.

Le forme moderne di trucco erano poi già note al tempo degli antichi Egizi, che ne fecero una vera e propria arte. I pigmenti da loro con maestria applicati sul corpo sono tra i primi artefatti umani conosciuti. Tra i prodotti che hanno alle spalle secoli di storia ci sono, in particolare, le ciprie, che anche oggi vivono un periodo di rinnovato interesse, ma dalla funzione cosmetica polivalente: si usavano per coprire le imperfezioni, controllare l’untuosità, illuminare il volto, proteggere dal sole.

La distinzione delle classi sociali nei secoli passati era contraddistinta dall’incarnato pallido, delicato e luminoso: chi esibiva un colorito chiaro e incipriato apparteneva a una condizione economica superiore e, per non sembrare troppo monocromatici, per un po’ di colore al viso si ricorreva al pigmento rosso da distribuire alle gote oppure sulle labbra. Tuttavia, più che la cipria di per sé sono peculiari nella storia gli speciali contenitori che andavano dalle boccette di vetro oppure di osso o di legno sino a metalli nobili con incastonate pietre preziose. Molto più pratiche senza dubbio quelle in cartoncino oppure in plastica dei giorni d’oggi. Il primo a pensare a una formulazione compatta fu Max Factor, che ideò un prodotto da utilizzare sul set e fu chiamato “pan-cake”, come il dolce, perché fu utilizzato per assorbire il sudore sul volto degli attori esposti al calore delle luci del set.

Il potere psicologico del makeup

Il maquillage è uno strumento ora al servizio di tutti, che fa bene sia al fisico, sia alla mente: ci fa sentire, infatti, a nostro agio in tutte le situazioni, rende più seducenti e consente di esprimere al meglio il proprio modo d’essere. In alcuni casi è puramente decorativo e giocoso e lancia all’esterno segnali sociali di appartenenza, di personalità, di moda e di tendenza. Altresì è uno strumento essenziale per coprire inestetismi cutanei più o meno gravi e ha un indiscusso impatto psicologico nel miglioramento della percezione di sé.

La persistenza e l’ubiquità del trucco sono dovute almeno in parte alla sua potenza percettiva. Per esempio, i volti truccati vengono percepiti come più attraenti e attivano maggiormente i sistemi cerebrali di ricompensa. Lo scopo principale del trucco, dal punto di vista dermatologico, è quello, però, di rendere il colorito della pelle più uniforme e privarla di inestetismi, come, per esempio, le inestetiche macchie scure. A questo scopo vengono utilizzati prodotti per il makeup orientati all’incarnato, come fondotinta e correttore. È interessante sottolineare come il trucco possa rendere la pelle del viso più uniforme, aumentando in parte il contrasto tra cute e tratti del viso. Il contrasto -ovvero la differenza tra il valore dell’area più luminosa e quello dell’area più scura della luminosità di un’immagine, come tra sopracciglia, occhi, labbra e la cute circostante- viene definito “contrasto facciale” e si è scoperto che può influenzare una varietà di giudizi percettivi. Aumentare gli aspetti del contrasto facciale modificando il colore e/o la luminosità di sopracciglia, occhi e labbra influenza la percezione dell’attrattiva del viso, facendo apparire i volti più femminili e più giovani.

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Questione di contrasti

Il contrasto facciale influenza anche l’aspetto della pelle del viso, che, grazie a un makeup ben bilanciato tra luci e ombre, appare più uniforme e meno rugosa. Questa modulazione contestuale dell’aspetto della cute non può essere dovuta all’elaborazione olistica specifica del viso, perché gli effetti sono stati riscontrati con volti invertiti e anche con immagini prive di caratteristiche facciali.

Dato che il contrasto facciale è aumentato dall’uso tipico del trucco, e un aumento del contrasto facciale fa sì che la pelle circostante appaia più uniforme, se ne deduce che questo sia un modo in cui i cosmetici rendono la pelle del viso più omogenea. In altre parole, il trucco rende la pelle del viso più uniforme non soltanto a causa di prodotti orientati all’incarnato applicati direttamente sulla cute (per esempio fondotinta e correttore), ma anche a causa di prodotti applicati sui lineamenti del viso, come rossetto, mascara, matita per sopracciglia. Pertanto è ormai assodato che i prodotti cosmetici colorati applicati sui lineamenti del viso possano rendere la pelle del viso più omogenea.

Luci e ombre, il “contrast makeup”

Negli ultimi tempi il “contrast makeup” è diventato uno dei trend più commentati nei social, conquistando il pubblico per il suo approccio unico e personalizzato. Il concetto del contrast makeup si basa sull’equilibrio tra le caratteristiche naturali del viso: anziché concentrare l’attenzione su un’unica regione del volto, questa tecnica mira a creare una visione di insieme, tenendo in considerazione il tono della pelle, il colore dei capelli e degli occhi, dando al viso un aspetto armonioso, scegliendo tonalità che completino i contrasti naturali del viso. Il risultato è un trucco che enfatizza i lineamenti senza far apparire nessuna zona del viso eccessivamente marcata.

Si distinguono un contrasto basso, uno medio e uno alto: quello basso si caratterizza per capelli, occhi e pelle di tonalità similari, che necessitano di un trucco leggero e uniforme “no makeup-makeup”. Chi ha un contrasto medio con capelli oppure occhi di qualche tonalità più scuri o più chiari rispetto alla pelle, può scegliere look leggermente più intenso. Per un contrasto alto, con capelli scuri e pelle chiara o capelli chiari e pelle scura, si consiglia di usare tonalità decise per labbra e occhi. E proprio per gli occhi ci si direziona verso l’uso di mascara in tubetto, mania virale d’invenzione coreana, poiché, grazie a una nuova tecnologia, le ciglia vengono avvolte una per una in un tubicino di polimeri che, oltre a perdurare di più, si rimuove anche più facilmente. Si evita così il brutto “effetto panda”, ossia le occhiaie scure da sbavatura.

Ci sono, comunque sia, anche pigmenti nerofumo che con uno scovolino di setole in filigrana attirano le ciglia e riescono a far depositare il prodotto a ventaglio. Sulle confezioni vengono anche garantiti aumenti volumetrici delle ciglia nude. Sicuramente siamo molto lontani dalla formulazione nel 1834 del signor Rimmel, che ideò il primo mascara facendo miscelare il carbone e la vaselina.

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Il trucco che tratta

Ma quali sono le caratteristiche che deve avere un trucco corretto dal punto di vista dermatologico? Il makeup deve includere non soltanto il concetto di trucco estetico, ma anche quello di vero e proprio trattamento per la cute. I prodotti, oltre ai pigmenti, possono contenere acido ialuronico, vitamina E, burro di karitè e di jojoba, per idratare e proteggere la cute. Le basi trucco possono essere uniformanti del colorito, antirossore e antiage e la qualità e la sicurezza dei prodotti devono essere oggetto di costante innovazione attraverso significativi investimenti da parte delle aziende per ottimizzare e migliorare costantemente il sistema di studio, elaborazione e produzione di prodotti makeup-trattamento.

La sicurezza dermatologica e oftalmologica deve essere garantita da formulazioni clinicamente, dermatologicamente, oftalmologicamente e microbiologicamente testate, da principi attivi selezionati in modo rigoroso e dalla verifica costante di materie prime, semilavorati e prodotti finiti. Anche le profumazioni devono essere formulate escludendo sostanze potenzialmente allergizzanti, secondo i criteri indicati nel Regolamento Ce. Inoltre gli imballaggi e i packaging non solo devono essere garantiti, ma devono corrispondere alle linee più all’avanguardia in termini di ecosostenibilità.

(di Alessandra Cantù e Corinna Rigoni, Panorama Cosmetico N.2/2025, ©riproduzione riservata)

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