La lunga strada del colesterolo

Per meglio capire i rischi di una eccessiva presenza di colesterolo -in termini medici ipercolesterolemia- vediamo un po’ di seguire la strada percorsa da questa sostanza, di cui peraltro il nostro organismo ha bisogno, tant’è vero che ogni giorno ne consuma un grammo circa. Di questo grammo, due terzi arrivano dall’alimentazione, mentre il rimanente terzo arriva direttamente dal fegato.

Il colesterolo esogeno, quello introdotto con l’alimentazione, viene assorbito a livello della mucosa intestinale e trasportato al fegato, dove si unisce al colesterolo endogeno, cioè quello prodotto direttamente dal nostro organismo. Poi da qui prende due strade: una parte si riversa sul sangue e raggiunge le cellule e i tessuti per i fabbisogni dell’organismo, mentre l’altra parte va nella bile, prodotta dalla cistifellea, per ritornare poi nell’intestino, dove contribuisce alla digestione dei grassi. In gran parte viene successivamente eliminato con le feci, mentre il resto, riassorbito dall’intestino, viene poi riportato nel fegato per venire riusato. Qui gli acidi grassi vengono trasformati in colesterolo, che va ad unirsi a quello esogeno, per passare, quindi, nel sangue e venire trasportato, come si diceva, ai vari tessuti. Ma se è in eccesso, va a depositarsi sulle pareti delle arterie e questo non è certo un bene, soprattutto per la buona salute del cuore.

L’ipercolesterolemia

Varie possono essere le cause di un eccessivo aumento del colesterolo, tale da determinare situazioni patologiche. Innanzitutto può verificarsi un blocco del deflusso biliare, per esempio a causa di un calcolo o di una malattia ostruttiva del fegato. Inoltre, un fegato affaticato non produce sufficiente bile e così il colesterolo invece di trasformarsi in bile va direttamente nel sangue. Capita, inoltre, che il fegato produca più colesterolo del necessario e così lo riversa o nella bile, favorendo i calcoli biliari o se ne va soprattutto nel sangue, aumentando così la sua concentrazione. C’è poi la possibilità che, pur producendo il fegato la giusta quantità di colesterolo, questo non venga completamente utilizzato, per cui si accumula nel sangue andandosi poi a depositare nelle pareti delle arterie. Una situazione che si verifica soprattutto dopo i 50 anni e nelle donne in menopausa, quando il colesterolo non viene più impiegato per produrre ormoni.

Che cosa fare allora? L’ipercolesterolemia si combatte seguendo una dieta controllata, eliminando i cibi che maggiormente contengono colesterolo (ne sono ricchi il cervello di manzo, le uova e le frattaglie) e privilegiando le verdure. Crusca e fibre grezze, per esempio, non soltanto non producono il colesterolo esogeno, ma anzi ne assorbono parte di quanto va nell’intestino. Vanno poi sicuramente liberate le vie biliari da eventuali calcoli e riequilibrata l’attività della cistifellea, così come va affrontata l’eventuale presenza di disturbi che alterano il metabolismo del colesterolo, come per esempio il diabete. Infine. Si può ricorrere ai farmaci, sia a quelli che favoriscono la produzione e l’escrezione di bile, sia soprattutto ai medicinali ipocolesterolemizzanti, studiati appositamente per affrontare questa situazione.

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