Medicina estetica, il punto dopo (quasi) 25 anni di filler

All’inizio degli anni 2000 i filler di acido ialuronico e tossina botulinica hanno rivoluzionato il mondo dell’estetica, rendendo i “ritocchini” pratiche sempre più accessibili e diffuse. Ma il tempo è passato e a distanza di quasi 25 anni com’è la situazione? Nel 2023, secondo i dati diffusi dall’International Society of aesthetic plastic surgery, nel mondo sono state effettuate quasi 9 milioni di iniezioni di tossina botulinica, di cui 194 mila in Italia, e 5,5 milioni di filler, 190 mila lungo lo Stivale.

“A poco meno di 25 anni dalla loro introduzione, si possono guardare i filler da una nuova prospettiva” spiega Raffaele Rauso, chirurgo plastico già presidente della Federazione italiana medici estetici. “Emergono le conseguenze del loro utilizzo a lungo termine, i loro limiti e anche gli effetti di pratiche realizzate da persone senza l’opportuna specializzazione”.

La situazione attuale

Oggi, la situazione nel mondo della medicina estetica è in continua evoluzione: è nata una nuova filosofia di ringiovanimento, più incentrata verso la qualità della pelle e la stimolazione naturale, con l’obiettivo di evitare gli eccessi degli ultimi anni. Dopo un quarto di secolo trascorso in compagnia di trattamenti estetici con acido ialuronico e tossina botulinica, ecco, dunque, alcuni degli insegnamenti che ne sono derivati, secondo gli esperti del settore.

  1. Soluzioni casalinghe fai-da-te

L’influenza dei social media ha favorito l’ascesa di soluzioni fai-da-te, come il “ponytail facelift” o il “face taping”, tecniche che promettono effetti lifting senza il coinvolgimento di un professionista. Nonostante l’apparente innocuità di questi metodi, la pratica autonoma può comportare rischi notevoli. Il “ponytail facelift”, per esempio, prevede l’uso di elastici per sollevare temporaneamente la pelle del viso, non senza rischi: può causare alopecia da trazione, una forma di perdita dei capelli dovuta alla tensione costante sui follicoli piliferi. Il “face taping”, invece, che utilizza nastri adesivi per distendere le rughe, può provocare irritazioni cutanee, reazioni allergiche e disagio se i nastri non sono applicati correttamente. “Le soluzioni casalinghe non sostituiscono la consulenza specialistica: soltanto un medico esperto può valutare le esigenze individuali e garantire trattamenti sicuri” ricorda il dottor Rauso.

  1. Possibili complicanze dei filler

Sebbene i filler siano generalmente considerati sicuri, si registrano in minima percentuale complicanze, quali la formazione di granulomi, noduli, infiammazioni e ascessi, effetti che possono manifestarsi anche a distanza dal trattamento. “È fondamentale rivolgersi sempre a professionisti che sanno cosa e dove iniettare. Questo permette di evitare effetti collaterali indesiderati o di essere attrezzati e preparati per intervenire nel caso, che non si può mai escludere al 100%, in cui si verifichi un imprevisto”.  Il medico deve sempre consegnare l’etichetta del prodotto iniettato e il paziente deve sempre chiederla e conservarla: vale la pena ricordarlo.

  1. L’effetto accumulo

Con l’uso ripetuto negli anni di acido ialuronico può verificarsi un effetto di accumulo con risultati esteticamente poco gradevoli. Recenti studi hanno, infatti, dimostrato che l’acido ialuronico non si riassorbe mai completamente e di questo bisogna tenerne conto nello scadenziare le sedute e nel calcolare la quantità di filler da iniettare. “Quando le sedute non sono opportunamente distanziate e non si considera in modo approfondito l’avanzare dell’invecchiamento, si rischia di ottenere risultati artificialmente gonfi e innaturali” afferma il chirurgo.

  1. L’ascesa della medicina rigenerativa

L’ascesa della medicina rigenerativa rappresenta una frontiera innovativa in risposta alle criticità dei trattamenti tradizionali. Questa disciplina si propone di stimolare i processi naturali di rigenerazione del corpo, offrendo risultati più duraturi e in armonia con la fisiologia cutanea. “La medicina rigenerativa rappresenta una frontiera promettente, poiché utilizza le capacità innate del corpo per rigenerare i tessuti, offrendo soluzioni estetiche più sostenibili con sostanze come il collagene o le vitamine, che stimolano il ringiovanimento cutaneo” conclude il dottor Rauso.

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