Medicina estetica, spendiamo fino a 3.000 euro all’anno. Filler e botulino i più richiesti

Le tendenze emergenti dall’Osservatorio di Medicina estetica 2024 vanno verso naturalità, prevenzione e sostenibilità. Sui giovani pesa l’influenza dei social network

L’Osservatorio nazionale di Medicina estetica, realizzato da Agorà, -Società italiana di medicina a indirizzo estetico- ha diffuso il report annuale in occasione del 26° Congresso Internazionale di Medicina Estetica.

Il primo dato riguarda la spesa per i trattamenti di medicina estetica: in controtendenza rispetto alla contrazione dei consumi delle famiglie italiane, l’investimento per le cure estetiche rimane stabile rispetto allo scorso anno, tra i 1.000 e i 3.000 euro all’anno.

Per il viso vincono i filler, cresce l’attenzione alle labbra

I dati dell’Osservatorio rivelano che per quanto riguarda il viso, le donne richiedono maggiormente filler (60%), tossina botulinica (55%) e rivitalizzazione cutanea (49%).

Gli uomini invertono le preferenze, scegliendo prima la tossina botulinica (60%), poi i filler (58,5%), seguiti dalla rivitalizzazione cutanea (47%), a dimostrazione che anche questo target comincia a comprendere l’importanza della “cura” della pelle, oltre alla correzione degli inestetismi.

Ma per cosa si scelgono i filler? I trattamenti con filler sono molto popolari per le labbra (59%), le rughe naso-geniene (52%), e l’area zigomatica (49,1%). La zona mandibolare e del terzo inferiore (40%) sorpassa le attenzioni dedicate agli occhi (34%). Fanalini di coda, la fronte (27,1%) e le mani (18,5%).

La tossina botulinica viene usata principalmente per le rughe d’espressione (68%) e il terzo inferiore del viso (48,3%), mentre il “microbotulino” (40%) sta guadagnando terreno, dimostrando una crescente ricerca di un aspetto naturale e autentico. In crescita la richiesta di trattare la disarmonia estetica del “gummy smile”o sorriso gengivale (34%).

Il trattamento levigante tramite peeling, a seconda della composizione degli acidi e della loro percentuale, si adatta bene a trattare i segni dell’invecchiamento come gli esiti di acne. L’aging e le macchie senili sono a pari merito nelle richieste (21%), mentre l’intervento per l’acne segue a ridosso (18%).

L’attenzione al corpo: glutei, cosce e addome in primo piano

Per i trattamenti legati al corpo, le donne preferiscono l’intradermoterapia/mesoterapia (82,1%), seguita dalla carbossiterapia (78,2%) e dall’epilazione laser (78,1%). I trattamenti per glutei e culotte de cheval (53%) continuano a essere i più richiesti, seguiti da addome (39%), interno coscia (35%) e gambe (33%).

Gli uomini si focalizzano sull’epilazione laser (68%) e sul laser per la rimozione dei tatuaggi (56,5%), con la carbossiterapia (56,1%), che dimostra la sua versatilità per trattamenti che vanno oltre la cellulite.

In campo dermatologico, le due tipologie di intervento più richieste riguardano l’iperidrosi: palmare (34%), ascellare (33%), plantare (22%).

Generazione per generazione

Dai più giovani fino ai “Boomer”, ecco le problematiche estetiche che maggiormente si trattano, in base all’età.

Generazione Z (Centennial, iGen, Zoomer)

La fascia 18/30 è sensibile al fascino delle labbra (83%) e del profilo “perfetto” (rinofiller  53%). La cura della pelle, in termini di correzioni degli inestetismi e della loro prevenzione, è al centro dei loro pensieri (77%). Tra i giovani adulti i social dettano le regole (40%): “Cambiare fisionomia per essere notati”, “conformarsi a modelli social o filtri social”, ma si cominciano a far sentire le “ragioni del corpo”, con la preoccupazione per cellulite e “rotolini” (44%).

Generazione Y (Millennial, Nativi digitali, Echo boomer)

Nella fascia tra 30-40 in cima alle preferenze (85%), c’è la correzione delle rughe di espressione, seguita dalla preoccupazione dell’aging cutaneo (74%) e dal cedimento tissutale (51%). Labbra, zigomi, naso spiccano nelle richieste di trattamento, spesso eccessive o non necessarie. E che superano persino l’incubo peggiore di questa generazione, gli accumuli di grasso (49%). E le motivazioni delle liposuzioni parlano chiaro: “un risultato facile e rapido, senza dover cambiare stile di vita, quindi no diete, alcool, sport e vita morigerata”.

Generazione X

L’invecchiamento cutaneo comincia a essere visibilmente preponderante: aging cutaneo (88%), rughe (83%), lassità (79%) in testa alle richieste. I nati tra il 1965 e il 1980 chiedono sia di colmare i vuoti delle rughe, sia di distendere i tratti ma, soprattutto, di “togliere dal viso espressioni tristi e corrucciate”, come quelle dovute alla ruga del pensatore (in mezzo alle sopracciglia) o alle “marionette” (i solchi a fianco delle labbra che portano verso il basso gli angoli della bocca). Inizia, altresì, la preoccupazione dei cedimenti, quindi richieste di lifting al viso o tossina botulinica, per velocizzare i risultati, oppure trattamenti per contrastare le prime lassità al corpo.

Baby Boomer

La generazione dell’esplosione demografica, nata tra il ’46 e il ’64, considera la medicina estetica un alleato prezioso nella lotta all’aging, soprattutto del viso, che  contrastano  su più fronti: per la texture cutanea (84%) e per l’accoppiata rughe e lassità (83%), mentre l’attenzione agli inestetismi della zona perioculare supera quella di labbra e perilabiale. In questa fascia l’Osservatorio indica anche una prevalenza di richieste contro il fotoaging, per macchie solari ed elastosi.

Ci sono anche i giovanissimi: la Generazione Alpha

Anche tra gli under 18 si registra il desiderio di ricorrere a trattamenti: in testa il rimodellamento delle labbra (69%) e il rinofiller (53%). Una parte importante (51%) si rivolge al medico per curare la pelle (acne ed esiti cicatriziali), mentre un’altra persegue richieste di tipo emulativo (49%).

Generazione Alpha e Z sono fortemente influenzati dai social: la pelle, la sua texture e luminosità, è sicuramente in testa alle preferenze, per averla “come nei selfie con i filtri, o anche meglio”.

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