Le nuove frontiere dell’anti aging: il ritmo circadiano

La pelle rappresenta l’organo più grande del corpo umano e lo strato protettivo più esterno, ma è anche uno dei riflessi più diretti dell’ambiente circostante e dello stato interno del corpo. Come proteggerla? Le più recenti tecnologie aprono nuove frontiere in dermocosmetica. Partiamo dalla prima: il ritmo circadiano

Sotto l’influenza di una varietà di fattori esterni e interni, la pelle mostrerà, con il trascorrere del tempo, diversi gradi di invecchiamento. I fattori estrinseci sono dovuti essenzialmente a cause ambientali, come radiazioni ionizzanti e non ionizzanti, inquinamento, gas naturali nocivi (come ozono o alte concentrazioni di ossigeno), fumo, infezioni microbiche. Tra questi, le radiazioni ultraviolette sono una delle principali cause dei danni alla pelle e dell’invecchiamento, poiché compromettono il processo di differenziazione dei cheratinociti e promuovono l’accumulo di tessuto elastico alterato all’interno del derma sottostante.

L’età ha anche un impatto significativo sulla fisiologia cutanea, perché determina un declino delle funzioni corporee, quali la diminuzione della sintesi del collagene, la distruzione delle fibre elastiche e la perdita di grasso sottocutaneo.
Durante tali processi, si verifica la degenerazione delle componenti fibrose della matrice extracellulare, come elastina e collagene, e una diminuzione della vascolarizzazione. Le fibrille di collagene risultano disorganizzate, frammentate e ridotte in numero e diametro. Numerosi meccanismi molecolari che determinano i processi di invecchiamento della pelle e dei tessuti molli sono stati presi in considerazione, tra cui l’instabilità genomica, l’accorciamento dei telomeri, le alterazioni epigenetiche, la perdita della proteostasi, la compromissione del sistema di rilevamento dei nutrienti, la disfunzione mitocondriale, la senescenza cellulare, l’esaurimento delle cellule staminali, l’alterata comunicazione intercellulare.

L’invecchiamento cutaneo viene così causato dai molteplici effetti attraverso i diversi percorsi di reazione, lo stress ossidativo, l’infiammazione e il danno al Dna. Questi fattori possono non limitarsi, poi, al solo invecchiamento cutaneo, ma potrebbero portare alla comparsa e allo sviluppo di malattie vere e proprie, come tumori cutanei, diabete, malattie cardiovascolari e autoimmuni.

In generale l’invecchiamento degli organi del corpo umano, inclusa la pelle, spesso si verifica con l’interruzione dei ritmi circadiani. Tale ritmo, quando è normale, contribuisce alla funzione fisiologica e al mantenimento del benessere psico-fisico. I meccanismi patologici alla base dell’invecchiamento cutaneo -stress ossidativo, infiammazione e danno al Dna- sono per lo più influenzati proprio dai geni del ritmo circadiano. Per esempio, quest’ultimo può ripristinare la salute della cute rilasciando ormoni riparatori cellulari per “aggiustare” il Dna danneggiato, riducendo o addirittura eliminando i danni derivanti da fattori che lo causano, come i raggi Uv.

Ritmi circadiani: il ruolo dei geni

Il ritmo circadiano è un orologio biologico naturale all’interno del corpo umano che funziona principalmente con una periodicità di 24 ore ed è costituito da un oscillatore centrale e da oscillatori periferici, regolati da un circuito di feedback di trascrizione-traduzione, formato da geni del ritmo. L’oscillatore centrale si trova nella ghiandola pineale, nella corteccia cerebrale e nell’ipotalamo e controlla principalmente la periodicità dell’intero ritmo circadiano, percependo le modificazioni della luce, regolando così i cambiamenti fisiologici e comportamentali del corpo, come il sonno, la dieta e lo stato mentale. L’oscillatore centrale può sincronizzare i cambiamenti della luce ambientale attraverso la trasmissione neurale agli oscillatori periferici (più tessuti e organi periferici, inclusi pelle, fegato, reni, polmoni, cuore). In quanto oscillatore periferico, anche la pelle è controllata dall’oscillatore centrale e ha ritmi autonomi.

Numerosi studi hanno dimostrato che l’invecchiamento cutaneo è correlato all’espressione anomala dei geni del ritmo.

Anche i fattori immunitari svolgono, però, un ruolo importante: alcune molecole endogene, ectopiche o denaturate prodotte da cellule e organelli danneggiati o in necrosi possono attivare risposte autoimmuni, esacerbando così il processo di decadimento locale e sistemico. È noto, poi, quanto i ritmi circadiani siano importanti nell’influenzare il microambiente immunitario e la risposta immunitaria cutanea.

Le cellule immunitarie potrebbero promuovere la proliferazione, la differenziazione e il metabolismo di diversi tipi di cellule nella pelle, secernendo citochine. Il microambiente immunitario risulta, infatti, alterato nel tessuto cutaneo invecchiato rispetto a quello giovane e il microambiente immunitario alterato a sua volta è una delle cause principali dell’invecchiamento cutaneo.

(Panorama Cosmetico N.5/2024, ©riproduzione riservata)

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